un po' di storia dell'area Berica
Abitati dall'uomo fin dalla preistoria, sicuramente già nel Paleolitico,
nei monti Berici possiamo trovare testimonianze di insediamenti umani scoperti in alcune cavità
naturali e risalenti ad oltre 50.000 anni fa.
Nei Berici, inoltre, sono venuti alla luce altri insediamenti umani ai margini
degli antichi bacini lacustri nelle valli di Fimon e nella val Liona,
che con certezza si possono datare intorno ai 5/10.000 anni.
I Paleoveneti, che abitavano allora il territorio dei monti Berici, erano gruppi di individui che, oltre alla caccia ed alla pesca,
cominciarono a coltivare il terreno e ad allevare gli animali.
I Veneti, come gli Euganei, erano popoli di stirpe Indo-Europea che si attestarono nell'Italia nord-orientale verso il 2.000 A.C.
Sopraffatti dai Galli provenienti da oltr'alpe, furono sottomessi solo nel 100 A.C. a Roma,
che iniziò la sua opera di colonizzazione anche in questo territorio mettendolo, in buona parte, a coltura agraria.
Vennero costruite fortificazioni ed importanti strade che collegavano i primi centri abitati dell'area Berica;
come la strada di collegamento a nord tra Lonigo e Brendola, o quella ad est tra Este e Vicenza (strada della riviera Berica) che,
costeggiato per un buon tratto i monti Berici, si univa alla più importante via Postumia.
Dopo la presenza romana, che durò fino al 568, i Longobardi invasero queste terre che rimasero in loro possesso per oltre 2 secoli,
per poi rimanere fino al 888 ai Carolingi.
Seguì poi un periodo di devastazioni, saccheggi e stragi da parte degli Ungheri,
che terminò solo nel 948 grazie all'Imperatore Ottone I.
Proprio per queste violente invasioni cominciarono a sorgere in alcuni centri (Altavilla, Barbarano, Brendola, Costozza, Grancona e Orgiano),
governati dal potere del vescovo di Vicenza,
i primi castelli costruiti come luogo di rifugio entro i quali i vescovi proteggevano anche i loro beni in caso di pericolo.
Potere, quello dei vescovi, rinforzato anche dall'appoggio di Ottone III che andò a scontrarsi sempre di più
con la reazione del popolo laico e che mirava alla fine della sottomissione all'imperatore.
Ribellione che sfociò in una guerra durata fino alla fine del '200, segnando così
la fine del potere vescovile di quel periodo.
In seguito ci fu il dominio ezzeliniano che durò fino al 1.259; poi fu la volta dei Padovani nel 1.266
per poi ritornare al potere vescovile fino al 1.311, quando tutto il territorio passò sotto il dominio degli Scaligeri.
Con Cangrande I della Scala si ebbe un periodo di barbarie e distruzioni; si alternarono poi i Carraresi fino al 1.347
e di nuovo gli Scaligeri che divisero il territorio in podesterie e vicariati,
i quali esercitavano la propria giurisdizione su tutti i comuni dei Berici.
Dal 1.387 ci furono i Visconti di Milano che rimasero fino al 1.404; anno in cui iniziò
il dominio della Serenissima e che durò fino alla fine del '700,
lasciando inalterata la suddivisione in podesterie e vicariati operata dagli Scaligeri.
Con i veneziani si ebbe per quasi 4 secoli un lungo periodo di relativa tranquillità
e benessere in cui il territorio Berico venne, in gran parte, "modificato".
Furono arginati fiumi, bonificate paludi, scavati nuovi canali; questo per rendere più produttivi i terreni
e collegare gli abitanti e i prodotti a Venezia attraverso le vie d'acqua.
Ci furono dei periodi difficili, sia all'inizio del '500 e sia nel '700,
con episodi di saccheggi e uccisioni ad opera di briganti e mercenari che marciavano contro Venezia.
Con la fine del dominio veneziano nel 1.797, anche il territorio Berico fu annesso all'Austria.
Ci fu la parentesi napoleonica e poi la sottomissione all'Impero Austro-Ungarico di tutto il Lombardo-Veneto,
fino ad arrivare al 1.866; anno in cui venne annesso al Regno d'Italia.
Il resto è storia recente...
cenni di geografia dei monti Berici
Con la loro superficie di poco inferiore ai 200 kmq. i monti Berici si estendono dalla città di Vicenza,
in direzione sud, per circa 24 km. dominando, assieme ai vicini Colli Euganei, la pianura Padano/Veneta.
L'aspetto morfologico dei monti Berici presenta caratteristiche estremamente diverse
dal loro lato orientale a quello occidentale.
Se nella parte nord/orientale troviamo un aspetto più frastagliato con pareti rocciose
che s'estendono in direzione sud per diversi chilometri,
in quella sud/occidentale troviamo contorni più deboli con pendii
che degradano dolcemente verso la pianura circostante.
Nella parte centrale si possono notare dei modesti rilievi che di rado superano i 400 metri
(massima elevazione è il monte Alto, con i suoi 440 metri), contornati da lievi ondulazioni,
vallette e doline tipiche del paesaggio carsico.
Due profonde incisioni vallive caratterizzano l'aspetto geografico dei monti Berici:
la Val Liona a sud e le Valli di Fimon a nord.
La Val Liona, che con i suoi 12 km. di lunghezza è la più importante dei Berici,
s'estende da Zovencedo fino allo sbocco tra Orgiano e Sossano nella Pianura Padana.
Nelle Valli di Fimon invece, che si diramano dalla riviera Berica verso l'interno,
troviamo una zona molto ricca d'acqua e la presenza dell'unico lago ancora esistente nei monti Berici: il lago di Fimon.
Unici fiumi che scorrono in prossimità dei monti Berici sono:
il Bacchiglione, che attraversata la città di Vicenza ne sfiora i contorni orientali
ed il Guà che invece scorre vicino a quelli occidentali, sull'antico alveo del fiume Adige.
Per quanto riguarda l'aspetto climatico, il versante settentrionale subisce l'influenza di venti
e precipitazioni provenienti dall'area alpina, mentre quello meridionale ha caratteristiche più mediterranee e temperate,
influenzato anche dalle correnti marittime.
Nella parte interna, vista la loro particolare morfologia,
possiamo trovare particolari microclimi generati dalla conformazione del terreno e dalla vegetazione esistente
dando origine ad una zona, come quella dei monti Berici, particolarmente interessante e di certo... unica!
geologia minima dei monti Berici
Gli studi effettuati sulle rocce e la numerosa presenza di forme di vita allo stato fossile,
sia animale che vegetale, attribuiscono chiaramente ai monti Berici una origine marina.
Un lento processo di sedimentazione di resti vegetali, gusci di animali, sabbie, ecc...,
in un ambiente marino poco profondo e soggetto a continue sollecitazioni tettoniche e
vulcaniche, diede inizio alla formazione di vari strati via via sempre più compatti.
La riduzione progressiva della parte terrigena poi contribuì alla "nascita"
di una roccia caratteristica dell' Eocene Medio: il Calcare Mummulitico.
(...Questa roccia, qui chiamata "Pietra dei Berici", si estrae ancor oggi ed era conosciuta sin dal tempo dei Romani.)
Relativamente all'Eocene (suddiviso in Inferiore, Medio e Superiore) possiamo datare la formazione rocciosa
più antica dei Berici intorno ai 60 milioni di anni (Eocene Inferiore),
mentre la più "giovane" dell'Era Eocenica si può datare sui 35 milioni di anni (Eocene Superiore).
Nell'Era Oligocenica la formazione delle rocce mutò e si ebbe la "nascita" della Barriera Corallina.
Questa Barriera si estendeva dai monti di Valdagno fino ai monti Berici e separava la Laguna Oligocenica Vicentina dal mare aperto.
Barriera ancora visibile nella "Scogliera di Lumignano" dove l'erosione ha messo in luce una parte della stessa.
Questo aspetto roccioso, che raggiunge con il "Dente di Lumignano" i 200 metri d'altezza,
è pressochè comune a quasi tutto il versante orientale dei monti Berici.
Da Villaga a Costozza infatti, la Scogliera era interrotta soltanto da alcuni canali
che mantenevano in collegamento la laguna con il mare, assicurando così la proliferazione delle forme di vita nella laguna stessa.
Verso la fine dell'Oligocene (25 milioni di anni fa), dopo un periodo di eventi vulcanici, l'intera laguna emerse.
(...Alcune porzioni sommitali Oligoceniche però sono ancora visibili a Valmarana ed a Altavilla.)
Con l'Era Miocenica, in seguito, il mare tornò a modificare il processo evolutivo dei monti Berici con la formazione del "Saldame".
(...Un composto di sabbie e vari tipi di fossili.)
Si formarono così le "Arenarie di Sant'Urbano", un nuovo tipo di struttura rocciosa che rimane la più recente dei Berici.
Verso la fine del Miocene (6 milioni di anni fa) ci fu poi l'ultima ed intera emersione dei Berici, sotto la spinta del sollevamento Alpino.
A seguito di queste trasformazioni gli strati rocciosi furono innalzati di diverse centinaia di metri.
Il mare poi si ritirò dando inizio così alla più recente fase evolutiva dei Berici,
caratterizzata da una lenta erosione dovuta al gelo, al vento ed all'acqua.
Elementi che modellano ancor oggi l'aspetto dei monti Berici.