Lago di Fimon ad Arcugnano
Il Lago di Fimon, come molti laghi nel Nord Italia, si è formato nel periodo delle grandi glaciazioni (ultimi 2 milioni di anni circa), quando i ghiacciai erosero le montagne portando a valle enormi quantità di detriti. Questi hanno alzato il livello della Pianura Padana e, sbarrando il deflusso delle acque nei fondovalle, hanno dato origine ai laghi.
I carotaggi effettuati nei sedimenti profondi del Lago di Fimon hanno consentito di conoscere e di studiare la prima registrazione ininterrotta della storia climatica e ambientale del tardo Pleistocene. L'applicazione poi delle tecniche più recenti di datazione con l'impiego dello spettrometro di massa ha permesso di fornire precise indicazioni sull'età dei sedimenti carotati a Fimon e di conseguenza una accurata determinazione cronologica dei mutamenti paleoambientali in un territorio ricco di testimonianze di antiche presenze umane, dall'Uomo di Neanderthal alle prime forme dell'uomo moderno.
Il Lago di Fimon, nelle fasi di massima espansione, ricopriva tutta la vallata, fino allo sbocco a Lóngara. Lo specchio d'acqua, tuttavia, ha subito variazioni continue dovute alle condizioni climatiche e alle tracimazioni dell'Astico-Bacchiglione.
E' in una delle fasi di restringimento delle acque, a partire dal primo Neolitico fino all'età del Bronzo, che è ben documentata la presenza di insediamenti umani sulle cosiddette palafitte. Non esiste invece una testimonianza significativa per le epoche romana e altomedievale. Del lago di Fimon si comincia ad avere documentazione scritta a partire dal 1225.
Aveva allora riconquistato la sua massima estensione, tant'è che si parla del monte Bisortole come di un'isola
intra lacum, dentro il lago. Apparteneva al comune di Vicenza che aveva alzato una rosta allo sbocco per mantenere alto il livello dell'acqua, onde avere una preziosa riserva di pesca. Tutto attorno correva la strada. Sui colli circostanti sorsero sette piccole comunità con le loro chiese e gli organismi comunali.
Nel 1337 Vicenza cedette a dieci famiglie cittadine il suo lago, che da quel momento, come più volte accennato, cominciò a impaludire fino a ridursi alle attuali dimensioni.Sulla sponda occidentale sorse la contrà Lago.
Solo nella seconda metà dell'Ottocento riprese l'interesse di Vicenza per il lago, prima con gli studi di Paolo Lioy sulla preistoria, poi come meta di scampagnate domenicali. Negli anni Trenta del Novecento il lago venne lanciato come il "Lido di Vicenza". Nei pressi della contrà si allestì una piattaforma in cemento per il ballo festivo. Dall'imbarcadero
Nettuno salpavano le barche da diporto, sandali, pattini e catamarani, che andavano a incrociare le barche dei pescatori, improvvisati "gondolieri" della domenica. La concorrenza veniva dalle donne, altrettanto abili nel remo alla veneziana, che si esercitavano durante la settimana, andando a sciacquare la lissia (bucato) nel lago.
Testi tratti da
I Colli Berici a cura di Reginaldo Dal Lago e Alberto Girardi, Ed. Cierre, 2015, p. 217
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Verso gli anni Sessanta, numerosi furono gli interventi, non sempre "rispettosi"dell'equilibrio naturale, compresa la realizzazione della strada circumlacuale. Opera che fece crescere, specie nella bella stagione, la frequentazione del lago, divenendo così meta ideale per gite fuori porta da parte della popolazione vicentina, mentre in tempi più recenti la strada è stata trasformata in un bel sentiero ciclopedonale...NDR).
visite : il lago è sempre accessibile tutto l'anno
informazioni : tel. 338 2165087 (Pro Loco Arcugnano)
mail :
info@prolocoarcugnano.it