Grotta Eremo di San Bernardino a Mossano
La Grotta di San Bernardino conserva la testimonianza preistorica più antica di tutto il territorio vicentino, costituita dalle tracce di vita dell'uomo del Paleolitico inferiore, risalente a circa 150 - 250.000 anni fa. L'uomo della preistoria frequentò a più riprese, anche in epoche più recenti, questo sito, utilizzandolo probabilmente come base per le proprie battute di caccia sui colli e come luogo riparato per la preparazione delle armi e degli strumenti in dura selce e in osso. Ai materiali lavorati, rinvenuti nel corso delle diverse campagne di scavo (grattatoi, raschiatoi, punte e lamelle), si aggiungono poi numerosi resti ossei di fauna che popolava quel territorio, quali il lupo, l'orso bruno, il cervo, il daino e il cinghiale, frammenti di ocra utilizzata come sostanza colorante e una paleosuperficie, costituita da minuscoli ciottoli, sulla quale poggiavano pietre di maggiori dimensioni disposte in circolo, a formare un focolare.
Proprio l'abbondanza dei resti ossei di animali all'interno della cavità naturale fu la causa principale dell'asportazione del suolo e quindi del notevole impoverimento del patrimonio paleontologico e paleoantropologico di San Bernardino. Infatti nel 1890, i Camerini, proprietari del sito in collina, oltre che di estese campagne in pianura e della Villa Pigafetta a Montruglio, in località Palù di Mossano, fecero asportare dalla grotta il ricco materiale fosfatico che, trasportato a valle con una teleferica, venne successivamente disperso e impiegato come fertilizzante nei campi del Palù.
In epoca storica la grotta venne utilizzata dagli abitanti di Mossano come nascondiglio momentaneo durante le incursioni nemiche. A questo proposito, alcuni documenti danno notizia della strage di mossanesi, compiuta all'inizio del XVIº secolo dai soldati imperiali all'epoca della Lega di Cambrai, che non esitarono a uccidere col fumo e col fuoco i paesani (circa 600...NDR) rifugiatisi nella cavità sul monte.
La grotta è dedicata a San Bernardino da Siena che, ospite del convento di San Pancrazio presso Barbarano, predicò tra il 1423 e il 1443 a Vicenza, Noventa e Lonigo. Il santo, secondo la tradizione, avrebbe soggiornato nella grotta; in ogni caso è accertato che questa fu utilizzata come romitorio e luogo di culto nel XVIIIº secolo.
Prima di una spoliazione pressoché totale in epoca recente, il covolo conservava sul fondo un altare sul quale, durante la ricorrenza di San Bernardino, nel mese di maggio, veniva posta la statua del santo portata in processione da Mossano.
Ancor oggi, sulla parete di sinistra si può ammirare un bassorilievo raffigurante la Madonna con il Bambino, mentre sulla facciata del muro esterno è ancora visibile, benché molto danneggiato dal tempo, un affresco di San Bernardino con due finestre quadre ai lati.
La bellezza di questo luogo è dovuta anche alla natura, che si è divertita a creare un'incredibile scenografia. Sopra la grotta infatti, svetta un pinnacolo calcareo, l'unica torre di roccia di tutti i Berici.
Testi quasi interamente tratti da
Escursioni nei Colli Berici a cura di Alberto Girardi, Ed. Cierre, 2006, p. 153
Grotta Eremo di San Bernardino
- Mossano di Barbarano Mossano - Var. del Sent. N.81
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